Modena, 13 aprile 2020
I GOVERNI MENTONO! TUTTE LE BUGIE DEL PREMIER CONTE E IL PROLUNGAMENTO FINO A MAGGIO DELLE PROVE TECNICHE DI SOGGEZIONE DELLA POPOLAZIONE
Dopo averci quasi commosso, il 1° aprile scorso, il Premier Conte, nel raccontarci di quanto fosse ferito nel comunicare a tutti gli italiani che avrebbero dovuto trascorrere queste festività pasquali del 12-13 aprile in regime di restrizione (e cioè nella prigionia dell’isolamento domiciliare), e aver comunque dichiarato che, «non appena il Consiglio degli Esperti ce lo permetterà, inizieremo già a programmare un allentamento delle misure. Non vi posso dire però il 14 aprile, non siamo nella condizione», ma appena possibile inizieremo «ad abbracciare la prospettiva di entrare nella Fase 2: la Fase 2 è quella di convivenza col virus», col discorso alla nazione del 10 aprile 2020 scopriamo che questo allentamento delle misure e la nuova annunciata fase di convivenza col Demonio Coronavirus non sarà appunto il 14 aprile, ma neanche il 15, il 16 o il 20 aprile, bensì dopo il 3 maggio…
La cosiddetta Fase 2, dunque, viene differita di quasi un mese, cosi che, messa in cantiere la sospensione delle ricorrenze religiose (Pasqua), la capacità di sopportazione degli italiani possa dimostrare il proprio stoicismo anche di fronte alla stasi di quelle laiche: 25 aprile, liberazione dal nazi-fascismo; 1° maggio, giorno di lotta dei lavoratori.
Senza dover far ricorso a richiami metaforici fin troppo facili per sottolineare l’ulteriore arbitrarietà di questo prolungamento di detenzione (una dittatura che sospende le celebrazioni per la liberazione dal nazi-fascismo e quelle di lotta dei lavoratori, non fa una gran bella figura), quello che risulta chiaro oggi ascoltando le parole del Premier è che, se quelle sue dichiarazioni del 1° aprile sono state soltanto un Pesce d’aprile (portate pazienza per una volta ancora che poi allenteremo le misure), la retorica dei nobili sentimenti e della compassione per l’infelicità altrui pagano molto di più della fredda severità. Infatti, quello stesso approccio contrito e mortificato inscenato da Conte per comunicare la sospensione delle festività pasquali, riprodotto anche nella conferenza stampa del 10 aprile scorso per quelle politiche, ha ottenuto lo stesso effetto desiderato: nessuna indispettita rivolta popolare lo ha considerato abusivo. Il volto farsesco del Potere, sempre intento a mostrare la carota anche quando usa il bastone, ha vinto insomma ancora una volta sulle resistenze istintive di una popolazione agli arresti domiciliari.
Ovviamente, per chi non si accontenta di giustificare sempre tutto, resta il senso di quanto dichiarato dal Premier: le parole usate il 1° aprile, ribadite nell’ultimo messaggio alla nazione, ed anzi rafforzate e arricchite da altre ancora più inquietanti, ora non si mostrano più come semplici promesse da marinaio, ma come vere e proprie bugie esplicite, ricatti psicologici e dichiarazioni sospette.
Partendo dalle menzogne, occorre dire che già il messaggio del 1° aprile conteneva una balla identica: il Comitato Tecnico-Scientifico, aveva sostenuto Conte, «ci rappresenta che si iniziano a vedere gli effetti positivi delle misure restrittive fin qui adottate»… Ma dove, se la curva epidemiologica è in continua e moltiplicata crescita?
Ebbene, questa bugia del 1° aprile, alla conferenza stampa del 10 aprile, non è stata soltanto ribadita, ma riaffermata con tale decisione dal Premier da lasciare interdetti. Forse, allo scopo di confermare ciò che si dice sostenesse Joseph Goebbels (“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”), anche Conte, come il Ministro della Propaganda del Terzo Reich, prova la strada del “ritornello”: «Il Comitato Tecnico-Scientifico ci ha dato una conferma: i segnali della curva epidemiologica sono incoraggianti. Ci sono evidenti indicazioni che le misure di contenimento fin qui adottate dal governo stanno dando dei frutti, stanno funzionando».
Qui di sotto si riporta, a titolo esplicativo, il grafico di detta curva epidemiologica, coi dati dei totali positivi al COVID-19 in Italia forniti giorno per giorno, sin dal 21 febbraio 2020, dalla Protezione Civile e poi confermati dall’Istituto Superiore di Sanità.
NB) La prima linea perpendicolare rossa indica la data del 9 marzo, giorno dell’entrata in vigore dei provvedimenti di contenimento della curva epidemiologica;
la seconda linea perpendicolare arancione si riferisce alla data del 1° aprile, e cioè a quella in cui s’iniziavano a vedere gli effetti positivi delle misure restrittive fin qui adottate;
la terza linea perpendicolare verde contrassegna invece la data del 10 aprile scorso, in cui la curva epidemiologica sarebbe incoraggiante e ci sarebbero “evidenti indicazioni che le misure di contenimento fin qui adottate dal governo stanno dando dei frutti, stanno funzionando”.
Vergogna! Vergogna! Vergogna! Mentire così spudoratamente a una popolazione che confida senza riserve nella voce dell’Autorità è indecente e vergognoso.
I governi mentono! Tutti i governi mentono! Di qualsiasi colore essi siano, i governi mentono: è un fatto di cui sarebbe bene prendere coscienza, una volta per tutte. Nella storia, i governi di tutti i Paesi hanno sempre mentito alle popolazioni, perché il loro scopo non è il bene delle persone, ma il loro governo: ossia la resa delle popolazioni stesse davanti all’autorità di chi le comanda. Quando non sono formati da tecnici nominati da politici investiti di potestà, i governi sono formati direttamente da politicanti, e cioè – in democrazia – da coloro il cui obiettivo è quello d’imbonire le persone durante le campagne elettorali, indurle al voto in loro favore e poi, una volta raccolti i numeri necessari per diventare rappresentati del popolo sovrano, far diventare legge il più noto dei proverbi dell’estate: “agosto, amor mio non ti conosco”.
Le misure di contenimento adottate dal governo italiano non stanno contenendo nulla!!! Nemmeno le risate amare di chi, guardando i dati, ha sempre riposto la propria fede nelle dichiarazioni di chi lo comanda. E questo mancato contenimento si verifica perché, nel caso di specie, la Teoria batterica (e cioè quella teoria assunta a fondamento della Medicina moderna che sostiene che le malattie infettive deriverebbero dall’azione di virus e batteri capaci di attaccare gli esseri viventi dall’esterno determinandone la trasmissione negli umani per contatto tra loro), È UNA TEORIA FALSA.
Non esiste alcun contagio in Italia, né tanto meno nel mondo!
Se fosse vero che il coronavirus si diffondesse grazie al contatto tra le persone, una volta eliminato quasi del tutto questo contatto, anche la relativa diffusione ne sarebbe risultata ridotta al minimo. Invece, nonostante il fatto che in Italia, da ben 35 giorni, sia stata disposta e attuata la sospensione quasi totale di ogni contatto umano tra le persone, non solo non è calato il numero dei positivi al COVID-19, ma, com’è dimostrato dalla curva epidemiologica sopra riportata, c’è un picco in crescita continua che gli scienziati non sanno spiegare, e che ora cominciano a mistificare. Come mai? Perché appunto i virus non attaccano nessuno, l’influenza fa il suo corso (incurante delle restrizioni totalitarie imposte dai governi del mondo) e la curva epidemiologica del coronavirus continuerà ancora a crescere fin tanto che non si stabilizzerà da sola (sia che noi sia rinchiusi in casa, messi in quarantena con le pistole alla tempia o imprigionati separatamente in camere sterili a tenuta stagna), per poi regredire da sola come ogni stagione.
Il grafico sopra riportato è chiarissimo: il 9 marzo scorso (data dei provvedimenti restrittivi adottati dal governo italiano) in Italia le persone positive al COVID-19 erano circa 8.000 (circa 1.500 in più del giorno prima). Oggi, 13 aprile 2020, le persone in Italia positive al COVID-19 sono quasi 160.000 (159.516) e cioè 150.000 in più. Inoltre, il tasso di crescita giornaliero dei nuovi positivi al COVID-19 non è più di circa 1.500 persone al giorno come al 9 marzo, ma di 3.000/5.000 al giorno in più: oggi ad esempio, lunedì di pasquetta, sono stati 3.153 in più.
Questo ovviamente significa che aver sospeso i contatti umani NON ha diminuito il numero dei positivi. Dunque, che non sono i contatti umani che fanno diffondere la malattia. E questo perché, lo si ripete una volta ancora, I VIRUS NON CONTAGIANO NESSUNO: quello che sono in grado di trasmettere è solo la paura della malattia, non la malattia.
Non a caso, è proprio la paura che viene diffusa in queste settimane dai governi: sia direttamente, attraverso le parole dei loro leader; sia indirettamente, e cioè per il tramite delle loro istituzioni di propaganda (giornali, radiogiornali, radio locali, cultura in generale, focus scientifici, reportage giornalistici, eccetera).
«L’intero scopo della pratica politica – sosteneva Henry Louise Mencken – è di tenere in allarme la popolazione (per poi condurla clamorosamente alla salvezza) tramite la minaccia di una serie infinita di mali indefiniti, tutti quanti immaginari»[1]. La paura, e il ricatto psicologico prodotto dalla paura, dunque, sono ingredienti indispensabili a qualsiasi azione di governo: è un fatto noto. Anche Conte lo sa benissimo, e infatti, dopo aver seminato bugie alla Goebbels sull’efficacia di contenimento profilattico delle misure dittatoriali adottate, nel discorso del 10 aprile, riprendendo anche qui la stessa fola già usata il 1° aprile scorso, non ha mancato di fare leva di nuovo sul ricatto psicologico legato alla paura. Guai ad allentare le misure imposte, ha avvertito: «non possiamo vanificare gli sforzi fin qui compiuti. Se noi cedessimo adesso […], tutti i risultati positivi fin qui conseguiti potremmo perderli. Sarebbe una grande frustrazione per tutti perché dovremmo ripartire da capo e potete immaginare anche con un aumento dei decessi e delle vittime». Naturalmente, noi sappiamo che non c’è un solo risultato positivo in questa tragica vicenda. Sappiamo però, per certo, che il ricatto psicologico della paura serve solo a tenerci buoni. Sul versante dei decessi, infatti, siamo perfettamente al corrente dei dati forniti dall’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ, i quali, oltre ogni terrorizzazione diffusa, ci dicono invece che le persone decedute in Italia con il coronavirus hanno tre caratteristiche assolutamente peculiari:
- Sono molto, molto anziane (l’ultima media calcolata è di 78 anni – dati del 9 aprile scorso su di un campione di 16.654 pazienti deceduti[2]);
- Hanno diverse patologie croniche pregresse (in media 3,3 gravi patologie croniche pre-esistenti)[3];
- Sono residenti nella Pianura Padana (per l’83,5%)[4].
Ma il Premier, il 10 aprile scorso, non si è limitato soltanto a ripetere bugie e a spingere sull’acceleratore della terrorizzazione psicologica: ha anche fatto dichiarazioni che definire sospette è il minimo.
Nel fingere di aver disposto sin dal prossimo 14 aprile una gradualissima Fase 2, con riattivazione di alcune delle attività produttive fino ad ora sospese, Conte ha annunciato la riapertura di cartolibrerie, librerie, negozi per neonati e bambini, ma anche – udite, udite –, l’attività di taglio dei boschi… Il taglio dei boschi?… Riprendiamo le parole testuali del Premier: «da martedì 14 aprile […] riapriamo anche qualche altra attività, in particolare la silvicoltura: sarebbe il taglio dei boschi. Dobbiamo consentire che si alimentino e vengano forniti i combustibili solidi, la legna». La legna???… Fornire i combustibili solidi???… Ma se in questi ultimi anni c’è stata una vera e propria campagna istituzionale di criminalizzazione contro l’uso della legna come combustibile domestico! Una campagna mai dismessa e culminata con una legge regionale (dell’Emilia-Romagna) entrata in vigore il 1° ottobre 2018 che vieta l’utilizzo di camini aperti e stufe a pellet in tutta la regione, nei comuni che si trovino al di sotto dei 300 metri di altitudine (sopra a quel limite, evidentemente, la legna non fa danni!).
Accusata follemente di essere una delle principali cause dell’inquinamento cittadino, la legna è stata messa alla gogna da tutte le istituzioni della Repubblica, e poi appunto vietata in Emilia-Romagna. Aria inquinata? “Colpa di camini e stufe”, intitolava ancora il 12 dicembre 2019 un articolo apparso sul quotidiano online Varesenews[5]; che spiegava: «Camini e stufe sono le responsabili del 50% delle emissioni di PM10. È questo quello che emerge dalla relazione sullo stato di attuazione del Piano regionale degli interventi per la qualità dell’aria» della Regione Lombardia[6]. «La relazione – continuava l’articolo – individua infatti nel riscaldamento domestico a biomasse legnose la principale causa dell’inquinamento da PM10 [le polveri sottili prodotte principalmente dagli inceneritori, N.d.R.] pesando per il 47% del totale. In questo senso i tecnici sottolineano “la necessità di un’azione sempre più incisiva in questo settore”. Sono infatti ancora troppi gli impianti di questo tipo: il catasto CURIT a fine ottobre 2018 registrava un parco di 71.690 impianti termici domestici a biomassa, ma si stima che quelli non ancora censiti siano anche più di 500.000»[7].
Così, mentre infuria questa ignobile crociata contro la legna, e la Regione Emilia-Romagna la bandisce mentre la Regione Lombardia sguinzaglia i propri tecnici per individuare quei lestofanti che di nascosto ancora osano scaldarsi con stufe e caminetti, il Premier Conte, evidentemente più sensibile alle condizioni termiche della popolazione italiana, in maniera candida e immacolata, annuncia la necessità di salvaguardare l’attività industriale di taglio dei boschi per dare combustibile alla popolazione infreddolita: bravo!!! Peccato che la popolazione italiana già oggi si scaldi per la stragrande maggioranza con gas, e che queste verginali preoccupazioni di Conte si manifestino a primavera inoltrata, con temperature giornaliere quasi estive dappertutto. Di più: a norma del DPR 412/1993, che ha distinto l’Italia in fasce di consumo energetico da riscaldamento, nella Pianura Padana prevale la “fascia E” i cui giorni previsti di accensione degli impianti domestici vanno dal 15 ottobre al 14 aprile di ogni anno. In altre parole, il 14 aprile è la data in cui gli impianti di riscaldamento ad uso domestico debbono essere spenti in tutta la Pianura Padana per sopraggiunta fine della stagione fredda. Bene, proprio in questa data di chiusura, Conte ci racconta, col suo bel viso limpido e pulito, che tra le attività produttive da riattivare affinché l’Italia non piombi nel caos economico, ci sarebbe proprio quella di tagliare gli alberi per fornire combustibili solidi alla popolazione?
Saremo anche maliziosi, e staremo a vedere cosa accadrà dal 14 aprile prossimo, ma l’autorizzazione a tagliare alberi proprio di questi tempi, in cui tutti attendono preoccupati l’avvento della quinta generazione di reti di telefonia mobile cellulare (cosiddetto 5G) il quale, guarda caso, nel comportare la sistemazione di milioni di microantenne a microonde millimetriche (oltre 30 GHz), contempla proprio la necessità di dover abbattere tutti quelle fastidiose piante che con le loro frasche dovessero ostacolare il propagarsi delle onde, fa sorgere il sospetto che Conte abbia in mente qualcos’altro che non la condizione termica dei cittadini, e che, ancora una volta, egli esegua ordini superiori e risponda a interessi diversi da quelli politici di cui è investito. La falcidie di alberature già annunciata dall’arrivo del 5G, e contro la quale diverse associazioni e individualità ecologiste sono già pronte da mesi a dare battaglia rispondendo con manifestazioni di piazza, cortei, sit-in e altre espressioni della libera manifestazione del pensiero, fa venire il dubbio che questo prolungamento delle Prove Tecniche di soggezione della popolazione serva anche a testare meglio questa meravigliosa novità tecnologica senza disturbatori in mezzo ai piedi. In fondo, quale momento migliore per sfoltire un po’ di fronde proprio ora che, sospesa la democrazia nel mondo, nessun militante ecologista può riunirsi, può organizzarsi, può fare manifestazioni politiche di protesta?
Del resto, ad alimentare il sospetto che questo differimento della Fase 2 sia funzionale anche a testare senza contestazioni l’avvento del 5G, concorrono pure due altri fattori, sempre annunciati dal Premier.
- Da un lato, la nomina di Vittorio Colao a capo del gruppo di esperti costituito dal governo per dialogare col Comitato Tecnico-Scientifico e – parole del Premier – «modificare le logiche dell’organizzazione del lavoro fin qui consolidate» stravolgendo «alcuni radicati modelli organizzativi di vita economica e sociale». Senza voler per ora entrare nel merito di queste annunciate “modifiche” (che sicuramente ristruttureranno in termini di maggiore virtualità e maggiore artificialità l’intera vita delle persone), Vittorio Colao, manager rampante che si vocifera essere addirittura amico personale di Bill Gates, non viene dal management teorico o accademico, ma è stato – guarda un po’ – amministratore delegato di Vodafone dal 2008 al 2018.
- Dall’altro lato, abbiamo la conferma che l’OMS avrebbe giudicato molto, molto favorevolmente l’operato fin qui eseguito dal governo italiano: «L’Ufficio Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – ha ammesso Conte il 10 aprile scorso – ha ribadito che l’Italia si sta dimostrando un esempio anche per altri paesi nelle misure di reazione per tutelare la salute dei cittadini».
Insomma, un manager della telefonia a dirigere le operazioni di ristrutturazione della vita economica e sociale, e un’OMS che plaude alla solerzia, all’operosità, allo zelo del governo italiano. Dov’è finita la politica?
Solo per la cronaca, e per chi ancora credesse che l’OMS si preoccupi delle condizioni di salute dei cittadini, si tenga presente il fatto che questa “pia” istituzione mondiale si rifiuta di considerare malattia l’elettrosensibilità (ES) e anche l’elettroipersensibilità (EHS), è cioè l’intolleranza umana ai campi elettromagnetici, all’elettrosmog. L’OMS cioè, davanti a un mondo tecnologico sempre più invasivo e sempre più capace di produrre elettrosmog – e con l’arrivo del 5G ci accorgeremo sulla nostra pelle di quanto devastante sarà questa innovazione –, si rifiuta di considerare malattia proprio l’intolleranza all’elettrosmog. E la motivazione di questo rifiuto di riconoscimento di patologia, dice tutto: l’OMS rifiuta di considerare malattia l’elettrosensibilità perché coloro che se ne dichiarano malati, pur mostrando una sintomatologia che va dall’emicrania alle vertigini, da sintomi di panico fino a reazioni neuro-degenerative e al cancro, non sono in grado di distinguere la presenza del campo elettromagnetico. In pratica è come dire che, siccome non riusciamo a percepire l’esposizione ai raggi X, questi non sarebbero nocivi.
La realtà delle cose, ovviamente, è che l’OMS si rifiuta di considerare malattia l’intolleranza all’elettrosmog perché l’OMS è un’Istituzione di questo mondo tossico e marcescente, tutto proiettato verso la catastrofe; dunque, non si mette certo contro le altre Istituzioni di questo mondo, contro le Grandi Corporazioni che lo governano, né tanto meno contro gli interessi di tutte le altre organizzazioni potenti e determinanti. Il tutto, ovviamente, alla faccia dei cittadini e della loro salute.
La Scienza non è neutrale: è una Istituzione di potere, che, come tale, muove da una certa visione del mondo, difende certi interessi piuttosto che altri, ha obiettivi di potere e agisce per proteggere, perseguire, affermare quegli obiettivi, non la salute delle persone.
Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio circa il fatto che le misure dittatoriali adottate in queste settimane dai governi del modo non abbiano alcun significato profilattico, ma solo politico, può naturalmente continuare a bearsi di credere nella Scienza e nelle sue Istituzioni, ma la cosa ora è conclamata e visibile a tutti: solo che la si voglia vedere.
La Fase 2, quella della convivenza con il virus, e cioè quella che ci farà di nuovo uscire di casa e riprendere la nostra esistenza nonostante la presenza del coronavirus (che le Autorità avranno nel frattempo dichiarato non più pericoloso), partirà sicuramente: non ora, però, perché evidentemente ci sono ancora delle cosette da sistemare. Ma appena sarà possibile, come ha annunciato appunto Conte (e in questo possiamo stare certi che non mentirà), tutto riprenderà. Perché, come ha appunto ribadito lui stesso il 10 aprile: «non possiamo aspettare che il virus scompaia del tutto dal nostro territorio. Siamo già al lavoro per far ripartire il nostro sistema produttivo in piena sicurezza».
Finite le cosette ancora da sistemare, insomma, verificata per bene la disponibilità della popolazione mondiale a considerare come normale la sospensione dei loro diritti di libertà e appurato che essa accetterà in futuro che una simile sospensione possa essere di nuovo disposta ad nutum, occorrerà che i cittadini si abituino alla convivenza con il virus. E cioè facciano come hanno sempre fatto tutti gli anni precedenti.
Per parte sua, il governo, gettando la palla avanti ancora un mese, oltre a impedire celebrazioni democratiche di lunga data e a dover reprimere manifestanti in protesta contro l’esecuzione di queste sue “cosette” da sistemare, magari potrebbe anche trovarsi con la curva epidemiologica del coronavirus che intanto abbia finito la sua corsa in salita, così da poterla strumentalizzare del tutto e prendersi i meriti della sua discesa, stappando bottiglie di champagne per la possibilità, agguantata al volo, di poter far credere a tutti i cittadini silenziosi e ossequienti che l’influenza non ha fatto il suo corso, ma è stata battuta dalla linea di fuoco della Scienza, del Governo, della Civiltà: una linea di fuoco contro la quale nessuno può opporsi, nemmeno la Natura. Il tutto, ovviamente, nel nome della Scientocrazia e del suo affermato potere universale.
Enrico Manicardi
NB) Sul tema Coronavirus si ascoltino anche le interviste rilasciate da Enrico Manicardi a diverse radio locali, e caricate su questo sito (sezione “Interviste radio e tv” – parte “Audio”).
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[1] Riportato in: https://www.lefrasi.com/frase/henry-louis-mencken-intero-scopo-pratica-politica-tenere-allarme?bg=p7
[2] ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ, Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 in Italia: dati al 9 aprile 2020, in: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Report-COVID-2019_9_aprile.pdf
[3] Ibidem.
[4] Ibidem.
[5] REDAZIONE, Aria inquinata? Colpa di camini e stufe, in «VARESENEWS», del 12 dicembre 2019, in: https://www.varesenews.it/2019/12/aria-inquinata-colpa-camini-stufe/882416/
[6] Ibidem.
[7] Ibidem.